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giovedì 20 dicembre 2012

I tempi sono maturi?

Ieri sera ho visto "La più bella del Mondo", lo spettacolo di Roberto Benigni sulla Costituzione Italiana. L'ho visto su Youtube, due giorni dopo la diretta, un po' perchè avevo altro da fare, un po' perchè volevo godermelo con calma, senza essere influenzato dai (facili) entusiasmi (in positivo e in negativo) che un personaggio come Benigni invevitabilmente suscita.

La diretta ha registrato un record di ascolti impressionante, quasi il 50% della popolazione era sintonizzata su RaiUno.

Io, personalmente, sono rimasto un po' deluso, devo ammetterlo. Forse i racconti dei miei amici su quanto fosse divertente e geniale l'esposizione di Benigni mi hanno creato un'aspettativa eccessiva, forse io stesso sono troppo esigente. 

La prima parte è stata (immancabilmente) dedicata alla satira. Benigni non poteva resistere alla tentazione di parlare di coso, come si chiama? Ma sì, quell'ometto di bassa statura (morale e politica) che ammorba le nostre vite da 20 anni. Coso! Vabbè, non mi viene in mente. Non riesco proprio a ricordarmelo.

Comunque, Benigni ha parlato di questo qui. Fino a poco tempo fa, un monologo di quello stile e su quell'argomento avrebbe suscitato negli spettatori una marea di risate ed appalusi. Oggi, evidentemente, non più.

Sfido chiunque a rivedere lo spettacolo e non accorgersi di quante volte Benigni si sia trovato in difficoltà in quella prima parte di spettacolo. Le risate facevano fatica ad arrivare, e parecchie volte (quasi OGNI volta) alla fine di ogni battuta, quando generalmente il comico attende le risate, Benigni si è ritrovato a fissare il pubblico stesso, che a sua volta lo fissava impassibile, in attesa della chiusura della battuta. Ma la battuta era già stata chiusa.

Come mai? Benigni ha improvvisamente perso il proprio talento comico?
Io credo di no. Se escludiamo una battuta rubacchiata ad altri (quella sulla Carfagna che ha detto: "Il ritorno di Berlusconi rende il nostro lavoro più facile", e Benigni: "Figuriamoci il mio!", già detta da tanti altri, Maurizio Crozza in primis), per il resto le battute erano più o meno simpatiche.

A me piace credere che siano cambiate (finalmente) le aspettative delle persone.

Questa parentesi Montiana, nonostante le critiche legittime, ha fatto provare agli italiani cosa vuol dire avere un Governo che GOVERNA. Una classe politica che FA la classe politica e basta, senza invasioni nell'avanspettacolo, senza ossessioni, senza critiche feroci verso nemici persecutori. Una classe dirigente che DIRIGE, a proprio modo, per carità, ma che in buona sostanza FA IL PROPRIO DOVERE.

In questo anno noi abbiamo potuto assistere ad un lavoro di squadra, quello dei "tecnici", improntato bene o male alla risoluzione dei numerosissimi problemi della nostra Nazione, una squadra che ha apportato alcuni cambiamenti attesi da tempo (seppur contenuti, non certo rivoluzionari come nelle aspettative), ed ha saputo finalmente portare fuori dai confini italiani un'immagine italiana non più macchiettistica, ma adulta, solidale con le altre istituzioni europee (non dimentichiamoci che l'Europa l'abbiamo voluta anche noi, ed abbiamo partecipato attivamente al processo di formazione dell'UE, facendoci promotori insieme a Francia e Germania del processo sino dall'immediato dopoguerra!).

Un'Italia non più "medievale", ma realmente progressista, che interloquisce con tutti i partners mondiali alla pari, servendosi di professionisti della politica, gente che con la politica ci è cresciuta, non semplici improvvisatori e/o opportunisti.

Ebbene, tutto ciò io credo ci sia rimasto dentro. Di tutto ciò abbiamo avuto sentore nel momento stesso in cui quel personaggio là di cui parlavo prima, quello di bassa statura morale e soprattutto politica, ha prepotentemente e dispoticamente annunciato il proprio ritorno, rompendo un equilibrio, e prospettando il ritorno di una situazione a dir poco da incubo, una situazione in cui TUTTO il Paese rimane fermo perchè le risorse sono tutte unicamente dirette a risolvere le diatribe tra le classi di potere, nonchè i problemi personali di pochi (di UNO, per la precisione). Un Paese in cui viene promesso tutto ed il contrario di tutto, e poi non viene fatto nulla. Un Paese in cui regna l'apparenza e la bugia viene fatta assurgere a valore morale primario. Un Paese in cui la disonestà viene elevata a principio di diritto come unico mezzo per contrastare la "cattiveria" degli "altri" (chiunque essi siano).

Il mio non vuole essere un'elogio dell'operato del governo Monti. Però è innegabile che in quest'ultimo anno abbiamo avuto un vero governo, che ha operato (ripeto: nel bene e nel male) per modificare la situazione, ed ha soprattutto infuso nella popolazione una sensazione che da tanto (troppo) tempo mancava: quella sensazione di "Stato nel Mondo", di "Istituzione". 

Mette male giudicare oggettivamente le cose quando ci vivi in mezzo, sballottato ed inerme.
Quando però ne esci, e vivi un momento di tranquillità, l'oggettività ritorna inconsapevolmente in te, e nel momento in cui si ripresenta il pericolo, la tua mente è ancora fresca, e ripensando al passato esclama: "Com'è stato possibile? Come ho fatto a sopportare il precedente stato delle cose?".

Ebbene, questo secondo me è successo lunedì sera durante "La più bella del Mondo". La gente di aspettava di assistere ad uno spettacolo di Benigni, di ridere prima ed emozionarsi poi, ma quando ha cominciato a parlare di politica, si è ripresentata alla memoria degli spettatori una situazione di cui s'era persa memoria. 

Ed a tutti è mancata la voglia di riderci su. Perchè la gente è stanca, davvero stanca, e non vuole più tornare indietro. 

Spero che la mia sensazione sia giusta. 

Ne riparleremo a febbraio.



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